Si appellano al Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, le associazioni datoriali, i sindacati, gli ordini professionali ed i sindaci della provincia di Siracusa per salvare la Camera di Commercio locale. Questa mattina i 41 firmatari hanno presentato la nota inviata al Presidente del Consiglio, al ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, al Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, all’assessore regionale Attività produttive, Girolamo Turano.
Il tessuto economico, sociale ed istituzionale della provincia di Siracusa, chiede al governo nazionale di ridefinire i termini della riforma che ridisegna gli enti camerali sul territorio nazionale e, quindi, siciliano. Una Camera di Commercio Siracusa Ragusa rappresentativa del sud est siciliano attraverso le specificità e le analogie tra i due territori vicini. E qualora il Consiglio dei Ministri – che dovrebbe riunirsi e decidere domani sulla questione – dovesse con un “colpo di mano” approvare lo schema di accorpamento senza un intesa raggiunta in conferenza Stato – Regioni, si dichiarano pronte a proseguire la battaglia appellandosi alla Corte Costituzionale. Una battaglia, quella sostenuta da associazioni, sindacati e sindaci, nata per evitare un nuovo “scippo” sul territorio siracusano, già mortificato dalla questione sull’Autorità portuale.
Rileviamo con particolare soddisfazione ed accogliamo con favore la delibera della Commissione Attività produttive del Governo Regionale i cui componenti, mostrando una lodevole coesione, indipendentemente dai partiti di appartenenza, hanno votato all’unanimità la posizione da tempo rappresentata e sostenuta dal nostro territorio e che la Regione ha confermato nel corso della Conferenza Stato-Regioni dell11/1/2018.
Siamo consapevoli però che è stato solo superato un altro ostacolo verso quel risultato finale che tende a valorizzare sempre più il nostro territorio, ma che ancora l’intero processo non è stato completato e obbliga a continuare e mantenere attiva più che mai la mobilitazione insieme ai Sindaci , alla Deputazione parlamentare Nazionale e Regionale, alle Associazioni di categoria , agli Ordini Professionali, ai Sindacati dei lavoratori, specie se il Ministero ricorre al Governo per surrogare i poteri della Conferenza Stato Regioni in sostituzione dell’intesa, concludendo in tal modo il processo di accorpamento.
In tale ipotesi le Regioni sarebbero costrette a ricorrere nuovamente alla Corte Costituzionale lasciando la Riforma come pure la Cam Com del Sud –Est in un limbo operativo che sicuramente non giova alle imprese e ai cittadini. La surroga del Governo sarebbe però un inedito arrogante che la politica non ha mai esercitato nel rapporto tra Stato e Regioni Ma di questi tempi non si sa mai. Ciò che è certo è che la Riforma vivrebbe in un limbo che i territori e le imprese non meritano; in particolare le imprese e il territorio di Siracusa che attualmente soffre di particolari difficoltà organizzative ed operative.”