Cappuccio: prima la salute. «In Sicilia pesantissimo l’impatto, in una regione che conta già un milione 650 mila persone senza lavoro. Ora un tavolo di confronto su occupazione e ricadute economico-sociali»

Il coronavirus rischia di essere una palla di piombo mortale. «In Sicilia registriamo cali di commesse anche superiori al 70% e cadute di fatturato che superano il 50%, con un disastro sulla tenuta occupazionale. E per una regione che in tempi di pace ante coronavirus, contava già un milione 650 mila persone senza lavoro, tutto questo rischia di tradursi in un disastro». Così Sebastiano Cappuccio, segretario della Cisl Sicilia, per il quale «per non affondare tutti, il toro va preso per le corna qui e ora, con un pacchetto di misure nazionali e regionali per garantire il lavoro, dando fiato all’economia». «Sosteniamo i provvedimenti di salute pubblica adottati dal governo nazionale», afferma il segretario Cisl. Ma sollecitiamo un colpo d’acceleratore sul piano delle politiche sociali, occupazionali e per l’economia. Cappuccio elenca in una nota i provvedimenti che per la Cisl vanno iscritti all’ordine del giorno di Palazzo Chigi o di Palazzo d’Orleans. «A cominciare – dice – dalla richiesta che ci aspettiamo adesso corale e senza timidezze, a Bruxelles, di scorporare le spese di investimento dal fiscal compact. Che sennò, finisce col funzionare come freno allo sviluppo. Con l’Europa, anche la Regione deve fare la sua parte». Aggiunge Cappuccio: «Chiediamo che siano sbloccati subito 130 miliardi per infrastrutture e per la sicurezza del territorio, che riguardano anche il territorio siciliano. Che sia data immediata copertura ai redditi dei lavoratori di tutta la regione coinvolti nella crisi da coronavirus: dal turismo al commercio all’industria ai trasporti alle coop sociali agli interinali. E va ampliata la cassa integrazione in deroga. «Abbiamo chiara – precisa il segretario – la normativa sulla cassa integrazione ordinaria e straordinaria ma va subito attivata quella straordinaria in deroga anche per le aziende con meno di sei dipendenti». Ancora: serve un monitoraggio costante delle situazioni di crisi con una valutazione giorno per giorno e per tutti i settori. E «serve un piano straordinario di prevenzione e sicurezza delle attività d’impresa». Non vorremmo che questa crisi finisca con l’accelerare l’esodo dei nostri giovani, molti dei quali con tanti anni di studio sulle spalle. Al governo Musumeci, informa Cappuccio, abbiamo già richiesto un tavolo regionale su lavoro, famiglia, welfare e disagio sociale. Quel tavolo tra governo e parti sociali «deve avviarsi subito, deve essere il luogo dal quale far partire il colpo d’ala per l’economia. Perché soprattutto in momenti come quelli che stiamo vivendo, c’è bisogno di un rapporto forte e costante con il sindacato. Tutto quello che accadrà e gli atti che saranno adottati dovranno essere sanciti da accordi fra le parti che diano forza e condivisione ai provvedimenti».
In ogni caso, continua il numero uno della Cisl Sicilia, la priorità deve essere la protezione della salute dei cittadini giocando bene, con responsabilità, la carta della comunicazione affinché non siano alimentati insicurezze e paura. E in tema di salute, «la Cisl ringrazia il personale medico, gli infermieri e le altre professionalità ospedaliere che in queste ore stanno operando con dedizione e grande spirito di sacrificio. È sotto gli occhi di tutti, incalza il segretario, che «c’è bisogno di un piano di assunzioni per rafforzare le figure rivelatesi insufficienti: medici, infermieri e altre professioni. In ogni caso, «la Cisl dice no al richiamo dei pensionati, medici e non. Abbiamo tanti giovani pronti e capaci che anziché spedire all’estero sarebbe bene far lavorare qui, da noi». 

www.cislsicilia.it – (ug)

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