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CGIL, CISL e UIL: Conferenza stampa di fine anno a Ragusa

CGIL CISL e UIL continuano ad affermare con forza la necessità che lo sviluppo del Paese sia supportato da politiche espansive e sostengono, in coerenza con le linee espresse dalla Confederazione Europea dei Sindacati, che sia necessario il superamento delle politiche di austerity che, in Italia come in Europa, hanno determinato profonde disuguaglianze, aumento della povertà, crescita della disoccupazione in particolare giovanile e femminile. La manovra del Governo,  mostra elementi di inadeguatezza ed è carente di una visione del Paese e di un disegno strategico che sia capace di ricomporre e rilanciare le politiche pubbliche finalizzate allo sviluppo sostenibile e al lavoro.

Le dinamiche economiche e sociali di questi ultimi anni hanno avuto gravi ripercussioni soprattutto nel sud ed in particolare in Sicilia dove gli indicatori testimoniano una situazione di crisi occupazionale e di mancati investimenti pubblici e privati. Siamo la Regione con il maggior numero di tasso di povertà relativa circa al 29%, dato in aumento in questi ultimi due anni. Una condizione di povertà data non solo dalla mancanza di lavoro e dalla netta prevalenza di lavoro povero  che tocca trasversalmente le diverse fasce d’età, ma aggravata anche dal ridimensionamento del  welfare pubblico  a tutti i livelli.

In questo anno la nostra provincia ha sofferto ancora una volte per i mancati investimenti infrastrutturali,  soprattutto per le due opere strategiche quali l’autostrada Siracusa- Gela ferma ormai da quasi due anni e l’aeroporto di Comiso dove continuano le incertezze sul futuro e dove, nel frattempo,  si sono registrati riduzioni di passeggeri e tratte aeree. Resta inutilizzato, dopo il suo completamento, l’Autoporto di Vittoria sul quale non esiste una concreta  prospettiva d’utilizzo, così come resta incompiuta la stazione passeggeri al porto di Pozzallo. Negli ultimi 30 mesi abbiamo svolto buona parte della nostra attività sul cantiere dei lotti autostradali Rosolini – Modica, interloquendo con i governi regionali, la deputazione, i sindaci, organizzando  decine di mobilitazioni, incontri e tavoli. Quel cantiere ad oggi è fermo. Lì abbiamo constatato il limite e a volte l’inconsistenza della politica, lì abbiamo toccato con mano il corto circuito burocratico e istituzionale.

Siamo di fronte ad un quadro sociale ed economico  poco rassicurante in cui le molteplici potenzialità del territorio rimangono inespresse nell’assenza  di un piano generale di sviluppo del territorio.

Il settore agricolo, soprattutto quello delle produzioni  orticole in serra continua a soffrire di una crisi strutturale caratterizzata dal  mancato progetto di ammodernamento organizzativo e associativo delle aziendale, e dall’assenza di un percorso indirizzato verso l’ innalzamento qualitativo delle produzioni. Manca ancora l’intervento di politiche indirizzate al  riordino della filiera  attraverso una ridefinizione del ruolo centrale dei mercati ortofrutticoli del territorio. Occorre concentrare lo sforzo, non solo in termini repressivi, al contrasto alle agromafie che rappresentano il fattore di sottosviluppo generale e di impoverimento del comparto. Per questo Cgil, Cisl e Uil sostengono la necessità di un ruolo attivo nel contrasto alle diverse forme di inquinamento mafioso dell’economia, da parte i tutte le parti sociali del territorio al fine di sottrarre terreno al controllo mafioso all’interno dei diversi comparti produttivi.

L ’industria, che ha visto in questi ultimi anni restringere sensibilmente il proprio perimetro. La crisi nei settori del petrolio, del  metallurgico, della chimica e del   cementiero, ha colpito profondamente l’assetto industriale riducendolo ai margini, con ormai solo poche centinaia di occupati tra diretto e indotto. Una regressione in termini economici ed occupazionali non solo frutto della crisi e della ridefinizione dei mercati su scala globale ma, soprattutto come conseguenza dell’assenza di politiche industriali su scala nazionale e regionale. La presenza di investimenti nel settore industriale non può essere solo il risultato di scelte private,  bensì l’obiettivo di politiche nazionali, regionali e locali.

Nel mese di novembre Cgil, Cisl e Uil in tutt’ Italia e a Ragusa hanno svolto unitariamente assemblee con lavoratori e pensionati per discutere le proposte del Sindacato al Governo in ambito di politiche economiche sulla base di un documento nazionale in cui vengono poste  alcune priorità. Tra i temi affrontati c’è quello degl’investimenti per lo sviluppo e il lavoro,  a partire dalle  infrastrutture materiali ed  immateriali quali  scuola, istruzione e formazione, la sanità nella quale si rivendicano investimenti pubblici nell’ottica di un universalismo del diritto alla salute.  Su questi  temi il sindacato confederale di Ragusa, unitariamente a livello territoriale,  intende  impegnarsi e lavorare nei prossimi mesi per riannodare i fili di un confronto politico e istituzionale, tra tutte le parti sociali affinché la provincia di Ragusa ritorni ad essere territorio dinamico sotto il profilo sociale, economico e culturale..

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