“Per creare occupazione servono investimenti pubblici non sussidi”. Lettera di Annamaria Furlan al “Sole 24 Ore” del 2 ottobre 2018

“Il Governo Conte sarebbe molto più credibile sui mercati finanziari e agli occhi degli investitori internazionali , anche per scongiurare l’aumento dello spread, se aprisse finalmente un confronto vero, puntando a costruire un vero “patto” con le parti sociali su come e dove canalizzare gli investimenti produttivi, coniugare sviluppo e rispetto per l’ambiente come abbiamo saputo fare con l’accordo Ilva dopo ben sette anni di immobilismo”. È quanto sottolinea oggi la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, in una lettera aperta sul ‘Sole 24 ore’. “Solo politiche di crescita possono legittimare una deviazione del sentiero della stabilità dei conti pubblici. La decisione dei partiti che sostengono il Governo di “sforare” nel rapporto deficit- Pil dovrebbe avere un obiettivo alto e condivisibile: far ripartire l’economia con un grande piano di investimenti pubblici, sostenere le imprese che vogliono innovare e creare occupazione, soprattutto nel Mezzogiorno, finalizzare la riduzione delle aliquote fiscali alla crescita di tutto il paese. In fondo questo e’ stato il richiamo “costituzionale” del Presidente Mattarella : conciliare crescita, investimenti e stabilita’ economica per non avere ricadute negative sulla condizione delle famiglie, dei lavoratori, dei pensionati e sul futuro dei giovani” aggiunge la leader Cisl.
“È difficile ritrovare questa visione strategica e complessiva nel Def presentato dal Governo. Dobbiamo sfidare l’Europa in nome dello sviluppo e non solo per l’assistenza, per quanto sia oggettivamente importante ridurre l’enorme area della povertà e le diseguaglianze sociali nel nostro paese. L’occupazione non si crea né con i sussidi, né cambiando ogni tre anni le regole del mercato del lavoro” sottolinea la Furlan, ricordando che in in Italia la spesa per gli investimenti pubblici è ormai marginalizzata, scesa dal 3,5% del Pil del 1981 fino all’1,4% del 2017. “Di 37 grandi opere strategiche programmate negli ultimi 15 anni sono solo 11 quelle arrivate al traguardo. Abbiamo rinunciato ad uno dei grandi motori dell’economia per non essere capaci di tagliare sprechi e privilegi nella macchina corrente dello Stato. Ecco perché la Cisl rilancerà nelle prossime settimane, con una iniziativa proprio a Genova, l’esigenza di una grande “alleanza” tra le parti sociali per sollecitare e favorire una svolta sugli investimenti pubblici e privati, in particolare per le infrastrutture, nel nostro paese”.

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