Andar via o restare? Da alcuni anni è ormai un interrogativo quasi retorico. Senza concrete opportunità occupazionali e dunque senza reali alternative – ecco perché domanda retorica – migliaia di giovani fuggono. E la provincia muore. Muoiono le città. I sogni. Muore il futuro. C’è ancora spazio per la speranza? C’è, soprattutto, tempo per sperare? Abbiamo provato a chiederlo a Paolo Sanzaro, dal 2009 alla guida della Cisl siracusana e dal 2013 (rieletto nel 2017) alla guida della Ust Cisl di Siracusa e Ragusa. Segretario, proviamo intanto a tracciare un bilancio di questo 2018 che ci siamo appena lasciati alle spalle. Annus horribilis, dunque tutto da dimenticare, oppure secondo lei c’è qualcosa da salvare?
«Sicuramente un anno con molte ombre e pochissime luci. L’anno appena trascorso, che speravamo potesse essere quello della svolta, è stato l’ennesima occasione sprecata per il nostro territorio. Non sono state affrontate, come più volte sollecitato, le urgenti e profonde emergenze espresse dalle singole categorie. Quindi, il lavoro e i giovani rimangono l’emergenza anche per il 2019…
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